Ogni persona è portatrice della sua storia unica che merita rispetto e comprensione e le scelte di vita vanno sempre guardate all’interno di questa storia.
Credo nella fiducia come base di ogni rapporto umano, nella semplicità e nell’autenticità.
Agisco sempre
nel rispetto dell’etica e della soggettività dell’altro e lavoro costantemente su me stessa e sulla mia formazione.
Mi sono laureata con il massimo dei voti e una tesi sul Pregiudizio, ma nonostante i miei successi accademici mi percepivo sempre incompleta, in affanno, e usavo il perfezionismo per mascherare le mie paure di non essere abbastanza (brava, capace, intelligente…).
Volevo fare la psicoterapeuta da quando ero al liceo e quindi mi sono specializzata preso l’Istituto di Analisi Transazionale di Torino, e proprio l’incontro con l’Analisi Transazionale ha costituito per me un punto di svolta, attraverso la pratica e l’interiorizzazione del concetto di OKness.
“OKness“ significa: tu sei OK, vai bene così come sei, hai un valore profondo, un diritto ad esistere, ad esserci e a poterti esprimere.
Al di là dei sintomi che manifesti, del tuo senso di inadeguatezza, dei tuoi errori, tu sei OK, anche quando la tua voce interiore, il contesto e le cose che ti accadono sembrano dirti il contrario.
Ho scoperto la mia potenza nella consapevolezza congiunta dei miei punti di forza e dei miei limiti. Ho compreso che la vera autostima non può prescindere dalla capacità di tollerare gli errori e di trarre da essi profondi insegnamenti.
Da allora mi sono impegnata in una diffusione di OKness, attraverso il mio lavoro clinico e la partecipazione ad eventi in Analisi Transazionale, consapevole del fatto che la mia crescita è sempre continua e che ogni incontro ha un potenziale trasformativo, e ho visto sempre più persone riappropriarsi di parti sane, di realizzazioni e nuove consapevolezze su di sé.
Ho integrato la mia formazione con la pratica della Mindfullness e per cinque anni ho svolto il mio tirocinio di specializzazione presso l’ambulatorio di psicologia dell’età evolutiva di Collegno, entrando in contatto con molti genitori e adolescenti e rinforzando così il mio amore per questa particolare età evolutiva.
Volevo diventare quell’adulto di cui avrei avuto bisogno quando ero una Bambina e poi una Adolescente, un adulto che protegge ma che sa anche giocare, ridere, che si dà il permesso di essere se stesso.
Ho lavorato anche come affidataria di minori presso gli assistenti sociali, un lavoro che ho sempre definito di “trincea” e che mi ha permesso di entrare in tante piccole e grandi vite, costruendo legami trasformativi e autentici.
